Museo Archeologico di Castro

"Antonio Lazzari"

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Il Museo - Una presentazione

Messaggio del Direttore Francesco D'Andria

Venite numerosi a visitare il MAR di Castro! Sarete accolti da giovani archeologi i quali vi racconteranno le mille storie che si sono vissute su questo lembo di terra rossa e di roccia, affacciato sul mare. Sono storie di incontri tra culture diverse, in un punto strategico del Mediterraneo, dove le terre dell’Italia, della Grecia e dell’Albania si avvicinano, nello spazio del Canale di Otranto.

Il Museo permette di osservare tanti oggetti, dal Paleolitico, intorno a 12000 anni fa, sino al Cinquecento, quando Castro era il punto più esposto sulla frontiera con l’Impero ottomano. Sotto le volte del Castello Aragonese ci sono anche opere d’arte del periodo classico, realizzate nella pietra leccese, in particolare la statua della dea Atena e poi i più antichi esempi dell’arte barocca, risalenti al IV sec. a. C. Se non fossero stati trovati nel corso di scavi archeologici si potrebbero confondere con le decorazioni del barocco leccese!

Allievi delle scuole medie, studenti universitari, cittadini del Salento e turisti troveranno nel MAR anche la storia di Enea, sbarcato a Castro, nel suo viaggio verso la nuova Troia, sulle coste del Lazio, dove sarà fondata Roma; i versi di Virgilio ci condurranno nel territorio da lui descritto che costituisce un vero Parco Letterario, ancora tutto da scoprire e da valorizzare.




Storia del MAR di Castro

Il MAR di Castro nasce per far conoscere ai cittadini del Salento ed ai turisti gli straordinari ritrovamenti effettuati nel corso degli scavi che hanno portato alla luce il Santuario di Minerva, cantato da Virgilio nel libro III dell’Eneide, in cui si descrive l’arrivo in Italia dell’eroe troiano.

Gli scavi sono recenti, iniziati nel 2000, ma hanno fornito già tanti reperti e informazioni sulla storia di Castro e del Mediterraneo. Nel 2009 fu organizzata una Mostra nei locali del Castello Aragonese; il susseguirsi delle attività di scavo e la scoperta di reperti di straordinario valore portò alla decisione di creare un vero Museo Archeologico che racconti la storia di Castro, dalle origini preistoriche ai nostri giorni, e del santuario di Atena-Minerva che ha dato il nome di Castrum Minervae alla cittadina.




Missione

Il MAR di Castro racconta vicende che si svolgono lungo vari millenni, sin dalla più remota Preistoria. Le nobili stanze del Castello ospitano oggi preziosi reperti ma il sottosuolo di Castro contiene ancora tante testimonianze della sua storia che gli scavi porteranno certamente alla luce nei prossimi anni. Il Museo ha dunque un carattere dinamico e può essere considerato piuttosto un Cantiere museale in divenire, pronto ad accogliere nuovi reperti che potranno completare anche alcune opere oggi lacunose, come i fregi in pietra leccese che recano i più antichi esempi dello stile barocco finora conosciuti nell’arte antica. Il MAR sarà come il polmone che permetterà ad un territorio così ricco di storia di respirare, comunicando così ai visitatori il fascino e la bellezza della sua Cultura e del suo impareggiabile paesaggio.




Antonio Lazzari

Nato a Castro il 5 agosto 1905. Laureato in Fisica presso l’Università di Pisa, nel 1929. Laureato in Scienze Naturali presso l’Università di Napoli, nel 1938. Qui discute la tesi col prof. Giuseppe De Lorenzo, una delle figure centrali della geologia italiana del primo Novecento (1871-1957). Nel 1938 è assunto dall’AIPA (Azien da Italiana Petroli Albania) e destinato al Cantiere petrolifero del Devoli. Dal 1° novembre 1940 Capo del Servizio Geologico dell’AIPA in Albania, fino al settembre 1943, quando per i noti eventi bellici cessò ogni attività italiana. Rientrato a Napoli nel 1945 lavorò presso il Centro Studi Silani del C.N.R. compiendo ricerche geologiche in Calabria. Dal luglio 1948 fu anche geologo consulente dell’ESVAISO (Ente Studi Valorizzazione Agricolo-Industriale Sicilia Orientale) per la ricerca degli idrocarburi nella Piana di Catania. I risultati furono di grande rilievo, e nell’autunno del 1953, riconosciuta l’importanza della zona, l’AGIP mineraria si associò all’ESVAISO con un significativo accordo. Nel 1951 l’AGIP gli affidò un lavoro di consulenza con particolare riguardo all’Italia meridionale. Della sua attività sono documento oltre venticinque relazioni.

Importanti soprattutto le ricerche in Basilicata e specificamente nell’Alta Val d’Agri. Il 15 novembre 1957 Antonio Lazzari ottenne un riconoscimento di grande importanza, e cioè il “Premio Napoli”, per un documentato e ponderoso lavoro su “La ricerca petrolifera nell’Italia meridionale. Prospettive minerarie e riflessi economico-sociali”. Ha insegnato “Geografia Fisica” presso la Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Napoli dall’anno acc. 1949-50 sino all’andata in pensione (1975).

È stato membro dell’Accademia Pontaniana, della Società geologica italiana, e della Società dei Naturalisti. Un ulteriore riconoscimento dei suoi meriti nella Geologia gli fu dato dall’Azienda Autonoma di Santa Cesarea Terme, che il 27 agosto 1978 gli conferì la Targa intitolata a questa città. Fu tra i fondatori del Gruppo Speleologico Salentino e sostenitore del Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie, istituito nel 1960 e ora intitolato a Decio De Lorentiis.
Morì a Napoli il 20 luglio 1979, lasciando numerosi allievi impegnati nei più diversi luoghi del mondo.

Nel 1985, nella prima edizione della “Festa Zinzulusa” (a cura della Pro Loco di Castro) fu conferita ad Antonio Lazzari, alla memoria, la “Zinzulusa d’Argento”.

Nel 2005, nel primo centenario dalla nascita, si tenne a Castro un Convegno dedicato ad Antonio Lazzari, con la partecipazione di numerosi studiosi. Fu anche pubblicato un volume, Antonio Lazzari e la Terra Madre (Napoli, 2005, pp. 269).




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