Castro, fondo Capanne - Campagna di scavi archeologici: dicembre 2024- marzo 2025
mercoledì 12 marzo 2025
di Francesco D’Andria
Nell’ambito del Bando “Smart-In” della Regione Puglia, su concessione al Comune di Castro del MIC-Soprintendenza SABAP Lecce, Brindisi, sono in corso i lavori di scavo e di ricerca archeologica sotto la direzione del prof. Francesco D’Andria.
Le indagini interessano la parte orientale dell’area di fondo Capanne, quella rivolta verso la costa, che negli anni precedenti era stata utilizzata per depositare il terreno di risulta degli scavi eseguiti nella parte più interna. L’intervento rientra nel più ampio progetto di valorizzazione dell’Itinerario delle Mura di Castro, realizzato negli scorsi anni e costituisce una tappa fondamentale e di grande attrazione turistica per i suoi eminenti caratteri ambientali, paesaggistici e storico-archeologici.
Già dopo la rimozione del terreno proveniente dagli scavi precedenti è emersa la possibilità di lettura delle tre fasi principali delle fortificazioni di Castro, tra le più importanti dell’Italia meridionale anche per lo stato di conservazione dei muri che in alcuni punti raggiungono i 7 metri di altezza. Per il visitatore è possibile, grazie ai pannelli illustrativi, riconoscere le tre fasi di costruzione dei muri a blocchi squadrati, di terrazzamento e di difesa della città-santuario, comprese tra il IV e il II sec. a.C.
La scoperta di maggior rilievo appare la Porta Romana databile, anche su base stratigrafica, alla prima metà del II sec. a.C. Fu costruita su iniziativa del Senato, in risposta alle richieste dei mercanti tarentini e brindisini di combattere la pirateria illirica che metteva in pericolo la navigazione in Adriatico (Livio, XL, 18,4).
La Porta costituisce un esempio di ingegneria militare romana anche per la tecnica costruttiva che utilizza pietra e legno, come nelle opere (ponti, acquedotti, strutture di difesa etc.) che permettevano il rapido spostamento delle legioni.
Lo scavo ha permesso ora di osservare l’intero impianto della Porta che permetteva di entrare nell’antica Castrum Minervae; questo era il nome che i Romani avevano attribuito al luogo in cui sorgeva l’antico santuario della dea Atena. Il suo culto era ricordato nel nome anche perché legato alle memorie troiane ed al primo approdo di Enea sulle coste dell’Italia.
Costruita, come il resto della fortificazione, in blocchi squadrati di calcarenite, sistemati in file regolari di testa e di taglio, la Porta si presenta come un corridoio lungo m 20 e largo m 2,20, impossibile da attraversare da parte di eventuali assalitori.
Sui lati di questo angusto percorso sono ben visibili i fori a distanza regolare, disposti in salita, creati per alloggiare i pali che sostenevano una passerella di legno. Il corridoio svolgeva anche funzione di drenaggio poiché nello spazio sottostante, alto più di un metro e mezzo, si incanalavano le acque piovane che, dal pianoro di Castro, scendevano a valle.
Gli ingegneri militari romani avevano così realizzato, con il sapiente uso della pietra e del legno, una struttura che garantiva le tre funzioni di accesso, di difesa e di drenaggio dell’acqua, evitando che quest'ultima si impaludasse sul pianoro dell’insediamento militare.
Era questa una struttura molto funzionale che dovette rimanere in uso per secoli, a giudicare dal materiale di riempimento della cavità, riferibile alla presenza bizantina del IX-X sec., quando la passerella fu bruciata, e sulle pareti del corridoio sono evidenti i segni del fuoco.
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Le attività di scavo sono rese possibili grazie al supporto del Comune di Castro: Sindaco Avv. Luigi Fersini, Vicesindaco Alberto Antonio Capraro, RUP Antonio Schifano; alla Soprintendenza SABAP per le province di Brindisi e Lecce: Sopr. Arch. Francesca Riccio, funzionari Serena Strafella e Vito Giannico; alla ditta Marullo; al direttore dei lavori Francesco Baratti.
Sul cantiere di scavo operano gli archeologi Amedeo Galati, Alessandro Rizzo, Emanuele Ciullo e gli operai Donato Merico e Luigi Bene. Il restauro dei reperti lapidei è curato da Mario Catania.
Il prof. Francesco De Sio Lazzari non cessa di assicurare il suo sostegno alle attività di Castro e Alessandro Mavilio di curare la comunicazione.